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La critica alla psichiatria di Giorgio Antonucci

Iniziativa a cura del Centro di Relazioni Umane di Bologna, del Centro di documentazione dei movimenti “Francesco Lorusso – Carlo Giuliani” e di Vag61

Giorgio Antonucci presso l’ospedale psichiatrico di Imola

Venerdì 10 maggio 2019 – Vag 61

– alle 20: cena sociale di autofinanziamento

– alle 21: proiezione del docufilm “Se mi ascolti e mi credi. Giorgio Antonucci, un medico senza camice” di Laura Mileto e Alberto Cavallini (Rai Storia),  sulla vita lavorativa del dottor Antonucci, scomparso a novembre 2017 [info].

– a seguire: dibattito con Massimo Golfieri, Sadi Marhaba, Maria Amato, Valerio Monteventi, Maria D’Oronzo, Andrea Mele [info]

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Massimo Golfieri, fotografo e collaboratore di Antonucci, con un racconto fotografico della pratica di Antonucci negli ospedali psichiatrici di Imola

Sadi Marhaba, docente universitario di psicologia: “Quale psicoterapia? ha senso parlare di terapia per le le difficolta’ esistenziali?”

Maria Amato, magistrato: “La costruzione, dal punto di vista della giurisprudenza, della figura del malato di mente”

Valerio Monteventi, che con il periodico “Mongolfiera” per anni ha seguito il lavoro e le difficoltà nell’ attuarlo, a causa anche della resistenza delle istituzioni, del dottore

Maria D’Oronzo, psicologa, collaraboratrice di Antonucci dai primi anni ’90; fondatrice del Centro di Relazioni Umane di BolognaAndrea Mele, utente della psichiatria liberato da Antonucci e D’Oronzo